27 giugno 2012

Confettura di ciliegie


Per finire la quantità decisamente elevata di ciliegie che ho avuto quest’anno tra quelle comprate a Vignola e quelle della pianta a casa di mamma ho deciso di fare la confettura.
Ma mentre scrivevo il titolo del post sono stata colta dal dubbio…è una confettura o una marmellata?
In inglese è facile marmalade è la marmellata di agrumi, tutto il resto è jam.

Quindi sono andata a documentarmi sul web:

Qui ho trovato:
"Dicesi confettura il procedimento per la conservazione della frutta che prevede la bollitura della frutta intera, se piccola e a pezzi se grande con l'aggiunta eventuale di acqua, fino a quando il tutto non avrà raggiunto la concentrazione zuccherina che ne permetta la conservazione. I frutti non devono sciogliersi e si devono vedere anche dopo la cottura.
Dicesi invece marmellata il procedimento che prevede la cottura di frutta e zucchero fino a quando lo sciroppo derivato dallo scioglimento dello zucchero nel succo dei frutti diventa consistente. Il composto a fine cottura si frulla o si passa al setaccio per ottenere una purè liscia" Così ci illumina la Signora Bauducchi.

Qui 
Marmellata o confettura? Se nel linguaggio di tutti i giorni si tende a non fare distinzione fra i due termini, definendo genericamente "marmellata " qualsiasi composto a base di frutta e zucchero, in realtà la differenza c'è, ed è sancita addirittura da una direttiva dell'Unione Europea. È marmellata un prodotto a base di agrumi (limone, arancia, mandarino e, più raramente, cedro, pompelmo e bergamotto); si parla invece di confettura se si usa qualsiasi altro tipo di frutta (o addirittura, in alcune ricette, di verdura). La differenza la fa anche la percentuale di frutta usata per il preparato: deve essere almeno del 20 per cento per la marmellata, del 35 per cento per la confettura, del 45 per cento per la confettura extra. Esiste anche un terzo prodotto che può essere chiamato in causa, la gelatina: è prodotta esclusivamente dal succo della frutta senza polpa o buccia. Secondo la legge, eventuali preparati non di agrumi che contengano una percentuale di frutta inferiore al 35 per cento, possono essere definiti a loro volta "marmellate", ma si tratta di prodotti di qualità inferiore, che comunque non possono scendere al di sotto del venti per cento di frutta. Lasciando da parte i sofismi legislativi, marmellate e confetture fanno parte dell’alimentazione dell’uomo fin dall'antica Grecia. Se una volta venivano preparate esclusivamente in casa, oggi sono per la maggior parte di produzione industriale.

E su Wikipedia
Con il termine marmellata si intende comunemente una preparazione semisolida dolce, o più raramente agrodolce, a base di vegetali a pezzetti e zucchero e cotta a lungo. Nella grande maggioranza dei casi è a base di frutta, ma non mancano esempi differenti come la marmellata di pomodori rossi o verdi oppure quella di rabarbaro.
Dal 1982, per effetto di una direttiva comunitaria, solo prodotti ottenuti da agrumi possono essere venduti nell'Unione Europea con la denominazione di "marmellata", mentre tutte le altre preparazioni vanno chiamate confettura.
Origine 
Il nome deriva dalla parola portoghese marmelo, per mela cotogna (dal greco μελίμηλον "mela di miele" ). Diffusa in quasi ogni paese, ha generato una serie di leggende sulla sua origine, che spesso coinvolgono personaggi reali come Elisabetta d'Inghilterra o Caterina de' Medici. In realtà, già gli antichi greci conservavano le mele cotogne cuocendole lentamente per addensare gli zuccheri contenuti. L'addensamento del composto ottenuto si ha durante il raffreddamento, ad effetto della azione della pectina.
E' da notare comunque che, prima dell'avvento dello zucchero, evento alquanto recente, fino alla fine del 1700, l'unico addolcente conosciuto oltre ai succhi di frutta (Sapa) era il miele, materiale costosissimo, usato dai ceti poveri come merce di scambio per avere prodotti essenziali, piuttosto che per il consumo. È possibile che il miele fosse in uso, ma improbabile che il miele fosse un uso comune.
Il termine "mela di miele" non deriverebbe perciò dalla aggiunta di miele, ma per il fatto, facile da verificare, che la polpa del frutto che è praticamente immangiabile anche in fase di maturità, pochissimo dolce, dura, e piuttosto acre, subisce con la cottura, prima di qualsiasi aggiunta di eventuali addolcenti, una trasformazione drastica degli zuccheri a lunga catena contenuti ( quindi "poco dolci") in zuccheri decisamente "dolci", con uno spiccato profumo di miele.
Una preparazione affine è quella della canditura della frutta o della verdura, considerata un regalo principesco nello stesso periodo. È tuttavia probabile che entrambe le tecniche siano ben più antiche: la cottura e, insieme, la concentrazione degli zuccheri assicurano una lunga conservazione della frutta, altrimenti impossibile in epoche prive di sistemi di refrigerazione.
Marmellata, confettura, gelatina, composta 
[1] Il principio delle tre preparazioni è identico. Il risultato varia, però, leggermente. Nella terminologia attuale con marmellata si intende una crema cotta di zucchero e agrumi a pezzetti (limonearanciamandarino, e più raramente di pompelmoclementinacedro ebergamotto).
La confettura indica la stessa preparazione riferita agli altri tipi di frutta.
La gelatina di frutta viene prodotta con zucchero e succo della frutta, senza polpa o buccia, ed è maggiormente usata in pasticceria perapricottare i dolci prima di glassarli. Compare anche come ingrediente di salse dolci.
La legge prevede che la percentuale di frutta non debba scendere, in ogni caso, sotto il 20%.
Marmellata, confettura o gelatina vengono definite extra se il tenore di frutta è di almeno il 45% e solitamente ne hanno il 35% o 40%.
La composta di frutta si distingue dalla marmellata per il maggior contenuto di frutta e conseguentemente il minor quantitativo di zucchero aggiunto. La percentuale di frutta deve essere, per legge, superiore al 65%.
Procedimento 
La frutta viene mondata delle parti di scarto, tagliata a pezzetti e cotta a lungo nello zucchero sino a che diventa cremosa. Viene quindi messa, bollente, in barattoli. Una volta tappati il calore residuo del composto si occupa di sterilizzarli. La marmellata viene consumata dopo qualche tempo dalla preparazione.
L'aggiunta di piccole quantità di pectina riduce drasticamente i tempi di cottura necessari per ottenere l'addensamento, portandoli da ore a minuti; per tale motivo è comunemente utilizzata nella produzione industriale ma può facilmente essere reperita anche per uso domestico. Viene quindi messa (bollente) in barattoli. Tappati e messi capovolti (dalla parte del tappo) in mezzo a coperte fino a raffreddamento (serve per creare il sottovuoto, così la marmellata non si rovina facendo muffe).
Oggi la produzione industriale inscatola marmellate usando esclusivamente il metodo del sottovuoto e con doppia sterilizzazione: questa tecnica, eseguibile anche in ambito casalingo, evita la crescita di muffe. Il botulino invece non può svilupparsi nella marmellata né nelle confetture perché il loro tenore di zucchero è letale per questo batterio anaerobico; le contaminazioni da botulino nei prodotti casalinghi sono spesso riscontrabili nei sottoli. Lo zucchero o miele rappresenta circa il 40-50% del peso totale: la marmellata è sostanzialmente metà frutta e metà zucchero.
  
Ma passiamo alla ricetta…
le ciliegie erano già molto dolci e gustose (siiiiiiiiiii ne ho assaggiate un paio, e se non erano buone come facevo?!? Mica potevo regalare una marmellata cattiva, no?!? Cmq ho portato per giorni il segno di queste ciliegie sulle mani ufffffffffff) quindi ho ridotto ulteriormente la quantità di zucchero della ricetta che ho trovato sul mio libricino di marmellate e confetture e ho utilizzato lo zucchero di canna.

Confettura di ciliegie
Ingredienti
1kg ciliegie denocciolate
350g zucchero di canna
1 bicchiere d’acqua
½ limone

Lavate le ciliegie, tagliatele a metà e togliete il nocciolo.
In una pentola dai bordi alti e il fondo spesso mettete le ciliegie, lo zucchero, l’acqua e il succo di limone., portate a bollore e fate cuocere a fuoco basso per 30 minuti mescolando spesso e togliendo l’eventuale “schiuma” che si forma.

Per vedere se la marmellata è pronta fate la prova del piattino mettendo una goccia del composto sul piattino lasciato raffreddare in frigorifero, se la marmellata si solidificherà e non scivolerà via è pronta.      
Invasate nei vasi precedentemente sterilizzati (far bollire i barattoli per 15 minuti, lasciarli asciugare su un canovaccio pulito). Chiudeteli i barattoli e capovolgeteli per effettuare un buon sotto vuoto.

Effettuate una seconda sterilizzazione (Mettere i barattoli in una pentola dal fondo spesso e sufficientemente alto per contenere i barattoli in piedi, uno accanto all’altro, possibilmente separati da un tovagliolo in stoffa o un canovaccio in modo che non sbattano tra di loro quando l’acqua bolle. Portare l’acqua al punto di ebollizione e farla bollire per 20 minuti. Spegnere il fuoco e far freddare i barattoli in acqua. Asciugare con cura)

Quando i barattoli si saranno raffreddati metteteli in dispensa (o in un luogo buio e asciutto) fino al momento dell'uso, poi conservate la marmellata in frigo per 2 mesi.



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